Iniziamo un attimo col mio problema: dovendo sostituire la TV della casa al mare ero indeciso tra comprare una TV di bassa qualità e basso prezzo da mettere là o un nuovo fichissimo TV per casa e portare il vecchio là. Questo mi ha condotto a conoscere le sigle DVB-T2 e HEVC, che prima non avevo mai sentito, e a farmi delle domande.
Prima di andare avanti: mi sono informato e documentato molto su questo argomento, ed il testo è disseminato di link ad articoli che approfondiscono quanto detto qui. Questo articolo è quindi venuto molto lungo, tanto che ho dovuto dividerlo in pagine. In alto a destra c'è un indice che aiuta la navigazione e vi permette di passare direttamente alla parte che interessa, mentre in basso ci sono i bottoni avanti e indietro per la lettura sequenziale.
Gli argomenti trattati:
1- La risoluzione delle televisioni e delle trasmissioni televisive, il 4k
2- Il digitale terrestre e la differenza tra DVB-T e DVB-T2
3- Il codec HEVC e che c'entrano HDCP e HDMI
4- Cosa cambierà dal luglio 2016 nel mercato delle TV e nel panorama televisivo
ATTENZIONE! AGGIORNAMENTO OTTOBRE 2016!!!
In Italia c'è un solo modo di fare le cose: all'italiana! Pertanto a due mesi dalla fine del 2016, ecco qua la proroga: da gennaio 2017 si potranno ancora vendere le TV "vecchie" ovvero senza DVB-T2 e/O HEVC, a patto che venga fornito insieme (anche a pagamento) un decoder esterno che li supporti, e a patto che le TV siano fondi di magazzino acquistati dal rivenditore PRIMA di luglio 2016.
Voilà! Certo ora il problema è: chi controllerà che le TV siano davvero risalenti a metà2016? E chi controllerà che il cliente, possibilmente ignaro, sappia che ha diritto al decoder e, nel caso non proposto, lo richieda?? Ci controllerà che uscendo dal negozio abbia anche il decoder? e chi controllerà le bolle di spedizione dai negozi online per sapere se il decoder sia stato fornito? E soprattutto, considerando che in pochi mesi sono uscite svariate versioni di decoder, ultimo quello che si attacca dietro la TV e non ci pensi più? Continuate a informarvi gente!
Parte 1: sulla risoluzione delle TV e delle trasmissioni televisive
HIGHLIGTH: le trasmissioni sul digitale terrestre sono in gran parte in definizione standard 480p, con alcuni canali in HD, trasmessi con poca o nessuna compressione. Per segnali a maggiore definizione occorre una compressione che non fa perdere qualità di segnale mediante un codec
La prima domanda da cui sono partito è: a che distanza devo stare da un TV di una certa dimensione?
La risposta è che a parità di dimensione dello schermo esiste comunque un minimo e un massimo di distanza a seconda della qualità dell'immagine: migliore è l'immagine e più vicino si può stare. Questo perché se lo schermo è troppo grande rispetto alla distanza di visione (quindi sto troppo vicino), l’immagine sarà «pixelizzata», ossia alcuni dettagli appariranno come non definiti. Nel caso inverso, se si sceglie uno schermo troppo piccolo, alcuni dettagli non vengono percepiti correttamente e viene meno la qualità dell’immagine offerta dall’apparecchio. Nello specifico diciamo anche la qualità percepita è soggettiva, e che il livello minimo di risoluzione dell’occhio umano nel vedere 2 punti come distinti è stato studiato e standardizzato nella distanza. Infatti l’occhio umano ha la capacità di risolvere due punti posti a 1/60 di grado di distanza tra loro: questo quindi è l’angolo visivo più piccolo entro il quale l’occhio è in grado di distinguere i pixel che compongono la matrice di un pannello LCD o plasma, dunque la distanza ottimale di visione sarà quella per cui l'angolo visivo di 1/60 vede distinti i pixel, di conseguenza più i pixel sono vicini tra loro (matrice più densa) più la distanza per percepirli distinti è bassa.
Tuttavia una distanza è considerata ottimale non tanto ai fini della ricerca della massima qualità di visione ma piuttosto come un espediente per cercare di limitare la percezione dei difetti del binomio formato dal televisore e dal segnale in Standard Definition (SDTV).
Dunque se ho un TV full HD, o migliore, posso stare più vicino, ma vale la pena pensare a quanto un TV Full HD sia in grado di riprodurre bene le immagini di qualità inferiore, tale da farmi vedere bene un programma in definizione standard anche da vicino.
Allora la seconda domanda è... ma qual'è l'attuale definizione delle trasmissioni televisive?
OK, i Blu-ray e i canali HD del satellite hanno una risoluzione da alta definizione, ma le varie trasmissioni sul digitale terrestre "a quanto si vedono?" (ed è da qui che ho approfondito i concetti di DVB-T2 e HEVC.)
Cominciamo col dire che le trasmissioni attuali della maggior parte dei canali sono in SDTV, alcuni canali in HDTV. Nel primo caso, la Standard Definition TV è il termine con cui ci si riferiva alla vecchia TV analogica, che è stata traslata sulla TV digitale, e che corrisponde a 576 o 480 pixel di risoluzione verticale delle immagini e frequenza rispettivamente di 25 o 30 immagini al secondo con scansione progressiva (576p25 e 480p30, dove la lettera "p" sta per scansione progressiva). Le immagini in SDTV possono essere in rapporto di aspetto 4:3 o 16:9.
Per quanto riguarda la HDTV invece, oltre al fatto che l'unico rapporto di aspetto possibile è 16:9, la risoluzione del video può essere a 720, 1035, o 1080 pixel di risoluzione verticale. Al momento sul digitale terrestre sono pochi i canali che trasmettono in HD (per i quali occorre un decoder DVB-T HD ed un televisore con risoluzione sopra l'HD Ready), quindi tutte le altre trasmissioni sono ancora in SDTV. Di conseguenza, per quanto riguarda il digitale terrestre (diverso il discorso per satellite, internet blu-ray e consolle di gioco), avere un pannello Full HD non serve a niente, dato che sono pochissimi i canali visibili con questa risoluzione e dato che, per poter permettere ad un pannello da 1920x1080 pixel di riprodurre un contenuto a 720x576 o 720x480 pixel occorre che il TV faccia una elaborazione di upscaling per adattare l'immagine sfruttando degli algoritmi che permettono di ingrandire il video aggiungendo nuove informazioni visive, il più fedelmente possibile all'originale per dare una immagine di qualità, che sarà funzione dello scaler e della "potenza" hardware del TV. E questo concetto è tanto più estremizzato quanto più è alta la definizione del televisore, dal "vecchio" HD-ready (720x576), al "nuovo" HD-ready (ora in commercio come 1366x768 px), al Full HD (1920x1080), al nuovissimo 4k o UHD (Ultra High Definition - 3840x2160) fino al massimo attuale, l'8k (7680x4320).
A questo punto viene da chiedersi a cosa servano le TV UHD, o se esistano addirittura contenuti fruibili a quella risoluzione.
In linea di principio ce ne sono, ma pochi. E questo è dovuto sia alla diffusione di tali apparecchi (quindi alla domanda), che all'incredibile necessità di risorse che servono per questo tipo di trasmissioni. Basti pensare che per una trasmissione UHD in internet si richiede una ampiezza di banda da almeno 25 Mbps, e non c'è da stupirsi, dato che da alcuni test condotti via satellite su Eutelsat, per un filmato 4k nativo da 3.840 x 2.160, non compresso, con un bitrate di 40 Mbps a 50 fotogrammi/secondo progressivi, lungo 90 minuti sono stati necessari 4.6 Tb (TERABYTE). Un pò tantini pure per blu-ray e HD attuali, no?
Pertanto occorre un codec nuovo, più efficace possibile, che possa comprimere bene contenuti 4k senza perdere però le informazioni video che si portano appresso. Per questo è stato sviluppato l'HEVC (su cui torneremo a breve), che promette una compressione elevata (sui 50Mbs), ma in modo da produrre comunque delle immagini con una qualità percepita dall'occhio umano anche migliore degli attuali codec a bassa compressione a parità di video bitrate, con "ingombri" decisamente minori. Ad ogni modo l'hardware necessario a sfruttare il 4k, oltre che dal pannello video, passa dal codec, dalle HDMI2.0, ai nuovi lettori blu-ray e consolle che devono essere adeguate.... insomma ci vuole tanta roba. Inoltre le TV Ultra HD compatibili HEVC effettuano la decodifica dei segnali con una emulazione software resa possibile dalle elevate capacità di elaborazione delle CPU multi-core. Se volete approfondire la questione HEVC-Hadware, oltre ai link disseminati nel testo potete leggere qui e qui.
AGGIORNAMENTO OTTOBRE 2016: a quanto pare SKY in Germania sta per per iniziare a trasmettere una bella fetta di canali in UHD (anche se in Italia l'inizio dipenderà dai concorrenti, nonostante alcuni annunci) e anche la RAI, si sta attrezzando on fiction e concerti, ma comunque tutto sul satellite! quindi al momento sul digitale terrestre nada...
Il mio scopo non è tanto sviscerare il 4k, ma capire di quante e quali risorse si necessitano per trasmissioni TV su digitale terrestre, e poi svolgere una riflessione sul loro effetto per le TV in commercio al momento. Quindi dopo aver visto i dati monster per il 4k andiamo a vedere la situazione attuale del digitale terrestre.
Parte 2: il digitale terrestre
HIGHLIGTH: Lo standard DVB (T o T2) stabilisce come si trasmette il segnale televisivo. Il ricevitore lo decodifica e lo interpreta trasferendolo in video e audio a seconda del codec: MPEG-2, MPEG4, H.264 o H.265.
Il DVB-T
Come visto, le trasmissioni attuali sono molto al di sotto anche del semplice Full HD, per il quale vige ancora il decoder H.264, o AVC. Per una trasmissione nell'attuale standard DVB-T c'è a disposizione una capacità netta di banda di circa 20 Mb/s, che corrisponde a poter trasmettere 4 programmi in STDV per canale con MPEG-2. L'ampiezza della banda riservata alle trasmissioni TV al momento va dai 174 ai 230 MHz per il VHF e dai 470 MHz ai 790 MHz UHF (canali 21-60 UHF), dato che da 791MHz in poi (canali 61-69) ci sono le bande di trasmissioni per in cellulari in LTE (4G). Tuttavia, ed è qui che nasce il problema, dal 2020/2022 ci sarà un bel taglio di banda, dato che anche le frequenze sopra i 700 MHz saranno assegnate alla telefonia mobile. Pertanto o si riduce il numero di programmi trasmessi, o si cerca il modo di sfruttare meglio la banda a disposizione. In teoria entrambe le strade sarebbero percorribili, anche la prima, specie se si pensa che ad oggi il grosso delle trasmissioni è affollato da programmi doppi (stesso canale su più numerazioni con nome diverso ma stessi contenuti -spesso cartomanti o televendite-) o differiti (canali +1). Quindi togliere di mezzo molti canali non sarebbe una gran perdita per l'utente. Il guaio in questo caso è che le concessioni delle frequenze sono state date fino al 2030, e quindi togliere di mezzo dei programmi significa risarcire, a spese dello stato, parecchia gente, ma torneremo su questo aspetto più avanti...
La seconda opzione consiste nell'utilizzare al meglio la banda "residua" così da poter riallocare tutte le trasmissioni in uno spettro con 100 MHz di meno.
Il DVB-T2
Il nuovo standard DVB-T2 può supportare, con lo stesso codec H.264 o AVC, fino a 15 canali in SDTV con codifica MPEG-4 o ben 4 canali in HDTV in MPEG-4 AVC. Questo perché a parità di ampiezza di canale RF da 8 MHz è possibile utilizzare diversamente la modulazione del segnale per sfruttare la banda disponibile. Diciamo che non essendo un esperto del settore non voglio addentrarmi nello specifico, ma su wikipedia e sul sito ufficiale dvb potete trovare in dettaglio quali sono i parametri che vengono variati.
Ci limiteremo a dire che gli standard DVB-T e DVB-T2 non descrivono il tipo di segnale che deve essere trasmesso sul canale UHF/VHF, ma solo "come" quel segnale deve essere trasmesso. Per semplificare, essi descrivono la codifica utilizzata per veicolare un segnale digitale, che possono essere di vario tipo (mpeg-2 o mpeg-4, SDTV o HDTV...). Quindi così come un decoder DVB-T non HD (che quindi non ha l'H.264) riceve anche il segnale di una trasmissione HD, ma non riesce a decodificarne il contenuto (e si sente solo l'audio), così un decoder DVB-T non riceve un segnale codificato con lo standard DVB-T2, men che meno se questo è codificato in H.265 o HEVC.
Dunque concetto numero 1: Lo standard DVB-T2 stabilisce un modo diverso di trasmettere il segnale, per cui serve un apposito ricevitore. Dopodichè il ricevitore decodifica il segnale e lo interpreta trasferendolo in video e audio a seconda del codec, che può essere sia MPEG-2 (il più vecchio) che MPEG4, che H.264 (che è una evoluzione dell'MPEG-4) o H.265.
A questo punto la domanda è proprio sul codec.
Parte 3: la questione del codec
HIGHLIGTH: il codec HEVC o H.265 riesce a comprimere il segnale video in modo da non perdere qualità rispetto all'originale, che lo rende perfetto per trasmissioni 4k, ma anche per la SDTV che occuperebbe meno spazio. La sua esistenza implica l'adozione di nuovi protocolli di protezione dalla pirateria che implica un aggiornamento hardware (HDMI2.0 e HDCP2.2)
Il codec H.265 o HEVC
Lo standard DVB-T2 porta già di per se molti vantaggi, già con il codec MPEG-2 che è sicuramente il più vecchio e meno performante di quelli in circolazione. L'adozione dell'MPEG-4, attualmente supportato da praticamente tutte le TV in funzione (fin dalle HD ready vendute dopo il 2008 questo codec è presente nei TV), migliorerebbe di molto l'efficacia delle trasmissioni televisive, anche senza bisogno del DVB-T2. Questa è stata proprio la scelta fatta in Francia per sopperire al taglio di frequenza, cosa che in contemporanea potrebbe portare anche ad avere trasmissioni in HD, senza grossissimi sforzi. Se volete approfondire in maniera più tecnica la questione dei codec e degli standard di trasmissione vi rimando ad un bel documento dell'AGCOM, lungo e tecnico, ma fatto bene.
Nonostante la scelta francese sia assolutamente valida, e tra l'altro a costo quasi ZERO per la popolazione, il passaggio al DVB-T2 sarebbe sicuramente la cosa più sensata da fare nell'ottica di una evoluzione sia di trasmissioni televisive che di tecnologia e stabilità del segnale, anche se poi vale la pena farsi delle domande su cosa effettivamente sarà la televisione del futuro, e quello che si vorrà davvero fare nell'ambito della trasmissione terrestre. Si perché se si vuole portare le trasmissioni terresti su livelli di HD o UHD per tutti (o quasi) i canali, la scelta è obbligata: ci vuole il DVB-T2 con il codec più efficiente possibile. Altrimenti si può pensare di lasciare le trasmissioni terrestri al "minimo sindacale" con pochi canali di qualità video fruibile da qualsiasi apparecchio in MPEG-2 o MPEG-4 e spostare il contenuti HD a vario livello su altre tecnologie, come il satellite (su cui RAI sta investendo molto), il cavo o internet a banda larga, che a quel punto verranno attivate solo da chi è interessato a tali contenuti. Come dire: una televisione per tutti .... e una... "per molti, ma non per tutti".
Nel primo caso, che è quello più "nazionalpopolare" e quindi sicuramente sposabile dalla politica Italiana, il problema si è posto: il codec da abbinare al DVB-T2 sarà l'attuale H.264/MPEG4 oppure la sua evoluzione H.265/HEVC? Si tratta di formati di compressione capaci di condizionare efficienza, qualità e altri parametri fondamentali.
L'H.264 è maturo, fa meglio del MPEG2 di circa il 50%, ed è già impiegato ad esempio dai Blu-Ray, e come già visto è stata la soluzione Francese al taglio di frequenza.
L'H.265 invece è la sua evoluzione, fa ancora meglio e supporta già l'Ultra HD in tutte le sue declinazioni.
La peculiarità è proprio questa: riuscire a far rendere meglio la compressione, al punto che con i bitrate bassi delle attuali trasmissioni, è necessario 1/4 dello spazio senza perdere di qualità di immagine, mentre migliorando il bitrate si hanno dei file di grandezza paragonabile alle attuali trasmissioni con decoder mpeg. In altre parole: con HEVC si può raggiungere un livello di qualità dell'immagine superiore con bitrate più ridotti.
E' immediato quindi capire come l'accoppiata tra il nuovo tuner e questo codec portino a vantaggi enormi in termini di qualità e quantità di offerta di trasmissione, ed estremizzino al massimo il concetto di "sfruttamento di banda" specie considerato il minor "spazio" tra le onde radio. Nell'ambito invece delle smart-tv, il nodo cruciale sta nei distributori di serie on-demand, dato che con HEVC ci vuole molta meno banda per contenuti HD. Netflix che di recente è arrivata in Italia punta proprio su questo codec per le sue trasmissioni.
Il problema fondamentale però è il fatto che al momento di televisori equipaggiati con questo codec ce ne sono molto pochi, tutti o quasi con risoluzione 4k. In alcuni casi si parla di compatibilità (tipo per gli smart tv di LG e quelli con sistema Android), mentre al momento l'unico produttore che dice farà un upgrade hardware per aggiungere l'HEVC ai suoi televisori, mediante l'installazione di un componente aggiuntivo dietro alla TV (che la fa anche diventare Smart), è Samsung.
Allo stesso modo il tuner DVB-T2 non è così diffuso. I modelli più recenti (2016 e 2015 sicuramente, ma anche 2014) hanno iniziato a vedere il sintonizzatore di serie, ma per gli altri? Ci sarebbe l'opzione decoder esterno, a patto di avere un altro telecomando in giro per casa... o forse no, perchè con una HDMI si può comandare sia il decoder che il TV, a patto che i dispositivi supportino il protocollo CEC, o siano dotate delle nuove HDMI2.0.
Si prefigura quindi una spesa in termini collettivi per un passaggio a nuovo tuner e/o altro codec, che graverebbe sulla popolazione e non solo. Sì, perchè per chi trasmette, passare a nuovi standard di trasmissione comporta investimenti in termini di tecnologia, così come l'adozione di un codec non è gratis: ci sono royalties o "abbonamenti" da pagare per utilizzare la licenza di un software.
Prima di affrontare questi temi, poi c'è da parlare di un secondo aspetto, legato proprio al HEVC, di non secondaria importanza: I diritti digitali e la loro protezione.
HDCP e HDMI
C'è questo ulteriore piccolo neo che rischia di mettere in campo un'altra variabile che può portare all'obsolescenza degli apparecchi TV. Il fatto che, con la tecnologia HEVC, il livello di qualità delle immagini nei supporti blu-ray o broadcast rischia di avvicinarsi tantissimo, se non eguagliare, quella dei "master" di produzione televisiva e cinematografica. Il che pone dei quesiti riguardo la gestione dei diritti di copia e diritti digitali. Occorre proteggere, mediante sistemi NON-Software, i contenuti.
Per evitare la copia dei DVD e Blu -ray si mettevano delle chiavi nel disco, che avevano lo svantaggio di poter poi essere decodificate da opportuni software....e così i DVD venivano "Rippati". Alla fine questo non è stato il gran danno che tutti pensano, anzi c'è chi sostiene che la pirateria abbia in qualche modo aiutato il mercato del cinema e comunque alle case cinematografiche sta bene così, perchè tanto il video che si fa copiando il supporto con compressione è meno bello di quello fornito dalle case di distribuzione (al limite uguale) e molto meno dell'originale che loro hanno da parte negli studi di produzione....ma se il cliente finale potesse avere la copia del master? Il discorso cambia radicalmente.
Ecco allora che si pensa alla chiave hardware: si fa in modo che la riproduzione dei contenuti super fichi possa essere effettuata mediante la mediazione di HDCP 2.2, un sistema di protezione che impedisce agli apparecchi che ne siano sprovvisti di riprodurre i contenuti provenienti da una fonte che sia stata criptata con questo codice. Dunque avere un bellissimo TV 4k con HEVC non consentirà di fruire di contenuti 4k codificati con HEVC se provenienti da un Blu-ray protetto con HDCP 2.2. Dunque occorre che la TV 4k supporti questo standard altrimenti si vedrà un bello schermo nero. E il guaio è che anche in questo caso non basta un aggiornamento software, anche nel caso che la TV abbia "solo" il HDCP2.0. Il sospiro di sollievo si può tirare nel caso non interessi vedere il film in 4k: per chi infatti si accontenta del 1080p, anche nel caso in cui il disco sia 4k capable ma senza HDPC2.2, sarà possibile comunque vedere il contenuto con il "vecchio" sistema di crittografia.
L'uso dei video a 4k inoltre, magari anche con HDR, avrà bisogno necessariamente delle nuove HDMI 2.0, recentemente aggiornate/aggiornabili (in questo caso si, via software) al HDMI2.0a. Queste porte ad elevatissima velocità di trasmissione consentono di godere di filmati in ultra HD con framerate a 60 fps, attualmente impossibili da trasportare con le vecchie HDMI 1.4 che, ovviamente, non potranno mai diventare 2.0.
Ricapitolando.
Concetto numero 2: lo standard DVB decide come trasmettere il segnale, il codec come comprimerlo. Il codec più efficiente di tutti è, al momento, il H.265 o HEVC. Per vedere trasmissioni così codificate occorre un apposito modulo hardware nella TV, che può essere preinstallato di serie, installabile a parte o agganciabile mediante decoder esterno via HDMI. Il codec HEVC è così performante per il 4k che per proteggere i contenuti viene implementata una tecnologia tipo HDPC2.2, che non è retrocompatibile con standard precedenti. Inoltre per vedere filmati 4k da blu-ray o consolle, anche se codificati con HEVC che riduce la mole di dati da trasmettere, occorre una porta extraveloce HDMI2.0a, che non è retrocompatibile con la HDMI1.4.
Quindi se volete comprare un nuovo TV 4k OCCHIO!
Parte 4: quello che succederà (?) nel prossimo futuro
HIGHLIGTH: da inizio luglio i venditori di TV dovranno acquisire solo apparecchi con DVB-T2+HEVC, e potranno venderli insieme agli altri fino al 31 dicembre 2016. Dopo solo DVB-T2+HEVC. Sono disponibili decoder esterni per trasformare qualsiasi TV in modo da ricevere -eventualmente- il nuovo tipo di segnale.
La notizia, alla fine, è questa: se lo scenario segue quanto ipotizzato dal legislatore, con il nuovo standard DVB-T2 le attuali TV non saranno, entro il 2020-22 (vuol dire 4-6 anni) più in grado di funzionare per ricevere tutti i canali, e nel frattempo ci saranno diversi broadcaster che si trasferiranno progressivamente al nuovo standard, anche se ricordiamo che non sono obbligati a farlo, per cui nel frattempo ci sarà il rischio di non vedere alcune trasmissioni, oltre a privarsi dell'eventuale visione dei contenuti HD (che saranno più facilmente trasmissibili col DVB-T2 e HEVC, quindi perchè non fare trasmissioni in HD?) o UHD.
Quindi? Dobbiamo buttare i TV, alcuni pagati anche diverse centinaia se non migliaia di euro? Beh la risposta è ovviamente NO, visto che saranno disponibili anche dei decoder esterni (come nel primo passaggio da analogico a DVB-T) che potranno essere collegati alle attuali TV via HDMI sicuramente, ma anche credo via SCART (per le TV che non avessero la prima, ma ancora la seconda), e che potrebbero gestire anche il satellite. In questo caso l'obiezione riguarda la presenza di un ulteriore telecomando, anche se pare che con le nuove interfacce HDMI sia possibile comandare tutto con un telecomando solo, quindi alla fine poco male.
Tra l'altro vale davvero la pena domandarsi il motivo per cui se altrove è stata affrontata la questione nel modo più semplice possibile, in Italia si debba andare assolutamente verso la maggiore complicazione, specie alla luce delle ultime notizie riguardo l'acquisizione di Mediaset Premium (maggiore piattaforma pay su dtt) da parte del gruppo francese Vivendi, che punta molto sul satellite così come RAI, che porta tutti i suoi canali in HD sulla piattaforma satellitare gratis, insieme ai prossimi europei in UHD.
Lo scenario dell'evoluzione della TV terrestre quindi è abbastanza incerto, con chi prevede uno switch-off sicuro entro qualche anno, chi invece celebra già il de profundis di DVB-T2 e chi ipotizza uno scenario misto con la TV terrestre che resta così com'è, solo con meno canali, mentre la TV di qualità si vedrà attraverso parabola.
Quello che è sicuro, fatto relativamente recente, è che per legge chi vende TV non potrà più, da Luglio 2016, ACQUISIRE nei propri magazzini dispositivi che non rispettino il doppio standard DVB-T2 e HEVC, ma potranno comunque VENDERLI fino a fine 2016.
Da gennaio 2017 invece NON potranno più essere venduti TV che non abbiano a bordo l'accoppiata Tuner/codec.
Il problema vero ( o l'opportunità?), quindi, nasce per chi si appresta OGGI a comprare una nuova TV.
Iniziamo col dire che attualmente il mercato offre TV con definizioni che vanno dall' HD-Ready al 4k con DVB-T, ma anche alcune con DVB-T2. Il problema vero è il codec HEVC, che è stato definito come standard solo relativamente di recente, e quindi nel frattempo sono stati prodotti televisori con i vecchi codec, che nella maggioranza dei casi sono H.264. I pochi televisori con il nuovo H.265 al momento sono solo del tipo 4k, rispondenti al bollino platino del DGTVi. Ad oggi ci sono anche dei modelli a 1080p di Lg o di tv Android based che lo supportano.
Quindi non è difficile pensare che fino a luglio i prezzi delle TV attuali, anche con i vari sottocosto ecc, restino così come sono da inizio 2016, ma che da luglio in poi, fino a fine anno, i prezzi delle TV, anche con il DVB-T2 senza HEVC inizino a scendere in picchiata, se vogliono svuotare i magazzini e perderci il meno possibile. Tra l'altro a quel punto avere o non avere il DVB-T2 già a bordo potrebbe non cambiare nulla, visto che se adottato, il codec H.265 porterà alla necessità di acquistare un apparecchio esterno. Invece avere il DVB-T2 da solo comunque potrebbe rappresentare una buona soluzione nel caso in cui si passi al T2, ma rimanendo con vecchi codec.
Una caratteristica da prendere sicuramente in considerazione è l'equipaggiamento con tuner satellitare integrato DVB-S2, che in abbinamento ad un lettore di schede Tivu-sat permetterà di accedere ai canali Rai e ...chissà!
In conclusione
Il DVB-T2 è lo standard di trasmissione che sarà obbligatorio essere in grado di ricevere sulle nuove TV, e che probabilmente verrà adottato (già Europa 7 trasmette sul T2 in HD e 3D) da chi fa trasmissioni televisive.
Il codec usato per trasmettere credo sarà una scelta di chi fa la televisione, dunque potrebbe anche essere che si rimanga col vecchio mpeg2, o H.264, e che il H.265 sarà usato solo dai canali HD o UHD, per cui non sarà "indispensabile".
Soprattutto perchè lo standard sarà obbligatorio, nel senso che gli apparecchi dovranno poterlo ricevere, ma non è che i broadcaster DOVRANNO utilizzarlo per forza.
Quello che è CERTO è che ci sarà il taglio delle frequenze. Questo si traduce in minore banda. Però se si vuole continuare ad utilizzare quella che c'è, con la tecnologia come è adesso, nessuno vieta a Rai, Mediaset e compagnia bella di farlo, tagliando canali.
Qualora però volessero passare allo standard nuovo, occorre che la gente sia preparata.
Quindi se avete il televisore con DVB-T, finché non sarete costretti a cambiarlo perché non si vede più la vostra trasmissione preferita, potete tenerlo.
Se avete il DVB-T2 già a bordo (che è retrocompatibile col DVB-T) siete ancora più apposto... poi riguardo al codec, se e quando decideranno di usarlo, allora vi porrete il problema, sennò potete tranquillamente andare avanti come state.
Fatto sta che se avevate pensato di cambiare TV nel 2016.... beh pensateci un attimo. Monitorate le offerte, riflettete su quanto detto e decidete che fare: se aspettare il nuovo anno ed essere certi di prendere un TV "future ready" o approfittare delle inevitabili folli offerte per i "vecchi tv" da svecchiare con un decoder esterno al costo previsto attorno ai 50-200 euro.
E io che farò? Beh non compro mai niente di fretta, ed ora, avendo chiaro lo scenario, sto intanto fissandomi in mente le caratteristiche chiave che vorrei nel nuovo TV: risoluzione, porte, pollici, tuner satellitare, registrazione USB.... poi deciderò molto in base ai prezzi, sapendo anche quanto potrà essere la spesa per un decoder esterno.
Intanto guardo volantini...